LE ORIGINI DELLA CONTROVERSIA SCIENTIFICA IN ATTO


Fin dalle prime sperimentazioni sull'uomo, gli studi di Edwards suscitarono forti opposizioni; dopo essere riusciti a fecondare con successo uova prelevate da alcune donne, il Medical Research Council decise di non finanziare la continuazione del progetto, ma grazie alla donazione di un privato i due ricercatori poterono andare avanti. La fecondazione in vitro divenne allora il centro di un vivace dibattito etico, iniziato da Edwards stesso con un articolo scritto con l'avvocato David Shape che già anticipava molti dei complicati interrogativi che la medicina riproduttiva avrebbe generato.
Nonostante Edwards stesso sostenesse che la ricerca sulle cellule riproduttive umane e sugli embrioni dovesse essere svolta sotto precise linee guida etiche, e nonostante si fosse assicurato che un comitato etico fosse creato presso la Bourn Hall Clinic, il suo lavoro sulla fecondazione assistita incontrò una fortissima opposizione, da parte leader religiosi, che la consideravano immorale, dai governi, che pensavano che fosse più importante limitare la fertilità piuttosto che favorirla, e da alcuni colleghi che avevano idee differenti in merito alla sicurezza degli embrioni. «A posteriori – si legge in una nota del comitato dei Nobel – sembra incredibile che Edwards non solo sia stato capace di rispondere a tutte le critiche che lo sommersero nel corso degli anni, ma che pure sia rimasto così imperturbabile e determinato nel perseguire il suo obiettivo scientifico».

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